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Gianluigi Colin dà vita a una sfida che consiste non nel risalire all'antico, né nell'avviare un percorso anacronistico. Rintraccia sopravvivenze lontane. Insegue tracce classiche riposte dentro l'ordito del presente: prova a vedere cosa sono diventate le divinità greche nella nostra epoca disincantata. Utilizza il mito come strumento non per uscire da "questo" mondo, ma per abitarlo in modo diverso, imboccando sentieri laterali. Quattro dèi della mitologia classica (Venere/Afrodite, Marte/Ares, Mercurio/ Ermes, Saturno/Crono) e un luogo (il Labirinto, luogo mitico per eccellenza) diventano occasione e metafora per parlare dei "miti" del presente. Diciotto opere inedite di Colin identificano alcuni "miti d'oggi" (potere, guerra, denaro, bellezza, stampa e finanza), nuovi dèi pagani che superano barriere culturali e politiche e che sono, forse, l'esempio di una vera globalizzazione invisibile. Impegnato a intrattenere un dialogo con la contemporaneità, Colin si pone in ascolto degli "oracoli parlanti", elaborando affreschi inesatti, imperfetti, sgrammaticati, fondati sul ricorso a una tecnica complessa.